sabato 9 ottobre 2010

COME CANCELLARE UN OSPEDALE

Capita per necessità di dover sottoporsi a cure mediche e facendo di necessità virtù si chiede di essere ricoverati presso l'ospedale di Cagli.
Qui, nell'ansia di sapere cosa ti preoccupa, cosa il futuro ti riserverà, trovi personale medico, infermieri, operatori socio sanitari e altro personale ospedaliero che oltre ai loro doveri sanitari mettono a disposizione la loro disponibilità personale facendoti sentire non una raccolta di dati su una cartella clinica ma una persona.
Capita inoltre di dover consumare i pasti principali e scopri che ancora vengono preparati in sede e anche qui è una sorpresa, sembra quasi di essere a casa o anche meglio.
Ma piano piano, un pezzo per volta si sta smantellando e entro brevissimo tempo, quello che per il nostro entroterra era un punto di riferimento per le esigenze sanitarie della popolazione, non esisterà più.
Nella più rosea delle aspettative ci ritroveremo ad avere un centro di primo intervento o soccorso e una lungodegenza (r.s.a).

Pessimisti? Catastrofisti? Nulla di tutto questo. Basta osservare cosa sta succedendo nella struttura ospedaliera. Si incomincia non fornendo personale medico, non sostituendo quello che lascia, prestando servizi specifici sempre meno specialistici e, vuoi per il risparmio economico, vuoi per l’intenzionalità di seguire un piano politicamente prestabilito, ad un tratto il reparto di chirurgia scompare.
Stesso discorso vale anche per quello di medicina che a stretto giro di posta, sarà trasformato in lungodegenza, altrimenti chiamata r.s.a (Residenza Sanitaria Assistita) o più realisticamente considerato cronicario.


E non illudiamoci di poter fare affidamento sull’ ospedale di Urbino perché lì le cose stanno molto peggio. Se vi capita di seguire la situazione corrente vi accorgerete che stanno demolendo scientemente i vari reparti con il solito sistema di dequalificare il personale medico in modo tale che chiunque voglia proporsi a risollevarne le sorti, venga caldamente scoraggiato dal farlo.

Qui occorrerà più tempo, ma entro una decina di anni non avremo più un ospedale ad Urbino, ma un ospedale unico in “ riviera.”

In periodi in cui si parla tanto di “ospedali unici “ e chiusura delle piccole realtà, non vorremmo fare paragoni ma sarebbe opportuno fare qualche riflessione e tagliare, si, dove c'è lo spreco, utilizzando però le risorse recuperate per garantire più realtà come quella di Cagli, dove prima ci sono le Persone.

 

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