giovedì 21 luglio 2011

LAVORI IN PIAZZA, DISAGI PER GLI ABITANTI

Si stanno svolgendo a Piobbico in Piazza S.Antonio e Borgo dei lavori di sistemazione delle fognature e il rifacimento della pavimentazione stradale. Un'opera necessaria e doverosa nei confronti degli abitanti. I lavori, commissionati a diverse imprese, vengono svolti da operai che cercano nel limite del loro possibile di evitare disagi alla popolazione. Cionostante, se ne registrano numerosi ed anche gravi che esponengono gli abitanti del quartiere anche a dei pericoli fisici. Certi che più di così gli operai non possono fare, crediamo che la colpa vada ricercata nella mancanza di un coordinamento serio dei lavori perché chi dirige non applica tutte le accortezze necessarie al caso.
Ho ricevuto copia di una lettera che un abitante della Piazza ha inviato al Sindaco e la riporto sotto:

"Gent.mi Signor Sindaco e Responsabile Ufficio Tecnico, mi corre l’obbligo di scrivere per evitare malintesi e proseguire nello spirito di mutua attenzione ai problemi causati dai lavori in corso a noi residenti. Quanto viene sollecitato ai tecnici ed ai responsabili (se si presentano) sono parole spesso al vento e la presenza di più appaltatori crea conflitti nei dovuti comportamenti.
Nulla da eccepire sulla cortesia e attenzione ai lavori da parte degli operai addetti; tuttavia essi appaiono talvolta mal coordinati su come gestire l’area di cantiere (pietre e terra sparsi ovunque senza opportune segnalazioni, buche non protette e/o non segnalate) e soprattutto la accessibilità alle abitazioni priva in alcuni casi di qualsiasi attenzione sia per quanto riguarda la stabilità del percorso (mancanza di opportuno tavolato o adiacente a scavi anche profondi) sia per quanto riguarda la necessaria segnalazione dei percorsi pedonali. Per non parlare dei continui polveroni e/o fango che investono portoni, infissi e pareti dei fabbricati normalmente ben tenuti puliti e trattati; polveroni e fango che siamo costretti a trascinarci nelle nostre case proprio perché privi di percorsi protetti ed adeguati ad una area di cantiere (tavolati e/o breccia pedonabili). Sperando sempre che nessuno si faccia male bambini compresi.
A proposito qual è l’area di cantiere???
Ora, per cortesia, richiamate tutti e dico tutti i responsabili del Comune, dei Cantieri e delle Imprese coinvolte ad un atteggiamento più rispettoso sia delle regole relative agli appalti pubblici per i centri abitati sia delle regole del buon vivere per i residenti.
Gli operai per cortesia e lo ripeto non c’entrano, essi lavorano e ascoltano quando possono (e/o si ricordano) le nostre richieste.
Siamo consciamente sottoposti a questi lunghi disagi per queste opere utili e necessarie ma non per questo inconsapevoli delle minime e facili attenzioni a noi dovute.
Non c’è alcun bisogno, se si vuole, di comunicare ai responsabili in questione il nome di chi scrive per rimbalzare le responsabilità, è sufficiente far capire che la pazienza ha un limite.
Non vanificate l’utilità e l’importanza di questi lavori, basta poco perché tutti siano più sereni.
Bisogna infine dare atto che finalmente dopo il temporale e l’abbondante fanghiglia qualcosa si è mosso; non è tutto quello che sarebbe necessario ma speriamo e confidiamo che si continui con queste attenzioni.
Resto come sempre a disposizione e ringrazio per l’attenzione
Filippo Bischi
P.za S. Antonio 7"

mercoledì 15 giugno 2011

LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE

Il recente referendum che ha bocciato l’energia nucleare riapre il dibattito sulle energie alternative e su quale tipo di impianto installare nel nostro territorio. Partendo dal fatto che le due fonti principali di energia pulita sono il sole ed il vento, dobbiamo quindi parlare di impianti eolici ed impianti fotovoltaici.

La prima considerazione che vogliamo fare è sull’energia eolica, l’installazione cioè di grandi pale, alte oltre cento metri, che richiedono un intervento piuttosto consistente nell’ambiente circostante. Basti pensare all’enorme piattaforma in cemento necessaria a sorreggerle, allo spazio necessario alle pale per girare, alle strade necessarie per raggiungere il luogo d’installazione. Tutto ciò si traduce in deturpamento del territorio, dove si dovrà modificare la conformazione geografica per eliminare le piante e tutti gli ostacoli naturali presenti.
 Ciò nonostante siamo convinti che non si debba rinunciare ad una fonte energetica così importante, ma crediamo che si debba valutare bene con uno studio approfondito del luogo ove realizzare l’impianto, che tenga conto sia del territorio che delle condizioni del vento, e, soprattutto, delle esigenze della popolazione. Si potrebbe anche valutare l’utilizzo del cosiddetto minieolico che utilizza pale più basse e di minore impatto ambientale.

Per quanto riguarda il fotovoltaico, si registra negli ultimi anni la tendenza della Regione Marche ad installare impianti a terra, producendo uno scempio che sottrae ettari di terreno all’agricoltura. Se si continuasse così, un giorno avremmo grandi specchi per terra e mangeremmo frutta e verdura in pillole, visto che un terreno che ospita per vent’anni un impianto fotovoltaico diventa improduttivo.  
Inoltre la presenza di tali impianti impatta negativamente anche sul paesaggio. Immaginiamo per esempio una zona panoramica coperta di specchi.

L’assemblea legislativa delle Marche interviene tardivamente sul tema con Legge Regionale 15 novembre 2010 n. 16 introducendo l’obbligo ai Comuni di individuare le zone non idonee all’installazione di impianti a terra di potenza cumulativa superiore ai 1000 Kw. In tali zone sarà invece possibile installare singoli impianti di potenza non superiore ai 20 Kw riducendone così l’impatto ambientale.  
Le nuove norme però si applicano a tutte le domande di concessione presentate dall’entrata in vigore della legge senza intervenire su quelle precedentemente presentate. Ciò determina una presenza sul territorio di diversi impianti deturpanti di potenza cumulativa superiore ai 1000 Kw anche in zone non idonee.

Il problema invece non si pone se parliamo di fotovoltaico sui tetti.  Potrebbero essere infatti installati sui tetti delle abitazioni, o dei capannoni o di altre costruzioni adibite a diverso uso, come ad esempio parcheggi coperti, o su edifici pubblici come municipi, scuole ecc…. Rileviamo con soddisfazione la tendenza di alcune amministrazioni comunali a recepire questa opportunità.

Le fonti di energia alternativa sono quindi una grande opportunità per tutta la comunità, se non finalizzate a scopi speculativi.
La realizzazione di impianti costosi come eolico e fotovoltaico, inoltre, a volte viene affidata a Società con un patrimonio insufficiente e che propongono contratti senza garanzie economiche, esponendo così la popolazione ad un rischio che pagherebbero con le proprie tasche.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che l’economia del nostro territorio guarda sempre con maggior interesse al turismo, richiamato sia dalla bellezza dei paesaggi che dall’offerta di ottimi prodotti di enogastronomia, che i turisti possono gustare nei numerosi agriturismi.
Opere deturpanti quindi colpirebbero agricoltura e turismo con effetti negativi sulla nostra economia.

Ben venga quindi lo sviluppo delle energie alternative, se realizzate a seguito di un’attenta valutazione che tenga conto sia del rispetto dell’ambiente che degli interessi della popolazione residente e fuori da logiche speculative e di parte.




venerdì 3 giugno 2011

PERCHE' VOTARE QUATTRO SI AL REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO

di Fabio Remedia

Domenica 12 e lunedì 13 giugno saremo chiamati ad esprimerci su quattro quesiti del referendum abrogativo di leggi attualmente in vigore, che vanno dalla privatizzazione dell'acqua, alla realizzazione di centrali nucleari e al legittimo impedimento per il Presidente del consiglio e per i ministri.

Trattandosi di referendum abrogativo voteremo SI se vorremmo abolire leggi già in vigore, voteremo NO se vorremmo mantenerle.

Ma analizziamo i quattro quesiti nel dettaglio.


  1. SCHEDA DI COLORE ROSSO
    Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica
    Il quesito si riferisce ad una norma che assegna ai privati il servizio idrico.
  • Vota SI chi è contrario alla privatizzazione del servizio idrico come previsto nella c.d. Legge Ronchi;
  • Vota NO chi sostiene che l'intervento del privato serva a migliorare il servizio.

E' mia ferma convinzione che l'acqua è e deve rimanere un bene comune e non essere gestito da privati secondo logiche di mercato piuttosto che come servizio per il pubblico. Per tale motivo ritengo giusto abolire la legge Ronchi votando SI al primo quesito.


  1. SCHEDA DI COLORE GIALLO

    Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito”
    La norma in vigore che permette di aumentare le tariffe per adeguarle alla remunerazione del capitale investito consente al gestore del servizio di ottenere profitti caricandoli sulle bollette.
  • Vota SI chi vuole abolire questa norma che consente di aumentare la tariffa della fornitura idrica di un 7% sulla bolletta;
  • Vota NO chi sostiene che senza tale norma non ci sarà da parte di privati interessi a gestire il servizio.

Come già detto sopra ritengo l'acqua un bene comune e credo che non debba essere fonte di reddito e quindi di speculazione. Votare SI, quindi, significa abolire una norma a mio avviso sbagliata.


  1. SCHEDA DI COLORE GRIGIO

    Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare”
    Il quesito si riferisce a quelle norme che permettono la realizzazione di nuovi impianti nucleari per la produzione di energia elettrica nel territorio nazionale.
  • Vota SI chi vuole abolire tali norme per impedire che vengano realizzate nuove centrali nucleari nel territorio nazionale. Il piano italiano prevede la costruzione di otto nuovi reattori in quattro nuove centrali.
  • Vota NO chi sostiene che l'energia elettrica costerebbe meno se prodotta in tali centrali.

La riflessione che ho fatto in merito al tema dell'energia nucleare mi ha portato a fare due considerazioni.
La prima è di carattere economico. E' vero che l'energia elettrica prodotta nelle centrali nucleari costa meno, ma l'elevato investimento finanziario necessario alla realizzazione delle centrali e lo smaltimento delle scorie riadioattive, che sono anche pericolose, produrranno dei costi che graviteranno per forza di cose sulle nostre bollette e non genereranno quel risparmio che si può pensare. I soldi che si dovrebbero investire in tale operazione potrebbero essere invece utilizzati per un piano energetico basato sulle fonti rinnovabili non inquinanti e non pericolose.
La seconda considerazione riguarda i rischi che comportano le centrali nucleari. I fatti di cronaca di questi ultimi tempi infatti ci mettono all'erta sulla loro pericolosità. Basti pensare al terremoto in Giappone per citare un fatto recente ed alle conseguenze che potrebbe provocare lo scoppio di una centrale nucleare nel nostro territorio che è un territorio ad alta sismicità.
Del resto Germania e Svizzera hanno scelto di rinunciarvi per sempre, qualcosa vorrà dire.
Per tali motivi credo sia giusto votare SI a questo quesito.


  1. SCHEDA DI COLORE VERDE

    Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del consiglio e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte di Cassazione”
    La norma in vigore, parzialmente riscritta dalla Corte costituzionale, prevede che il giudice valuti volta per volta se l'assenza in aula dell'eventuale imputato Presidente del consiglio o ministro sia legittima o no.
  • Vota SI chi ritiene che il Presidente del consiglio ed i ministri non debbano anteporre l'esercizio delle loro funzioni alle esigenze della giustizia, facendosi giudicare come un comune cittadino
  • Vota NO chi pensa che la legge attuale operi un bilanciamento tra le esigenze della giustizia e la governabilità proprio attraverso lo strumento di giudizio del giudice sulla legittimità o meno dell'assenza dell'imputato.

Io credo che difronte alla legge dobbiamo essere tutti uguali, indipendentemente dalla classe sociale a cui apparteniamo, dal lavoro che svolgiamo o dal ruolo che abbiamo nella società. Ritengo che le norme a cui si riferisce il quarto quesito non applicano questo principio e pertanto ritengo giusto votare SI, per abolire tali norme.



lunedì 18 aprile 2011

IMPORTANTI DELIBERE DEL CONSIGLIO COMUNALE

       Di Fabio Remedia

Piobbico - StemmaVenerdì 15 aprile si è riunito il Consiglio Comunale di Piobbico.
All'ordine del giorno vi erano oltre al rendiconto finanziario 2010 ed al bilancio preventivo 2011-2013, anche due mozioni della maggioranza e una delibera relativa all'accorpamento del servizio di polizia municipale con i comuni dell'alto medio Metauro.
Sono stati approvati tutti i punti all'ordine del giorno.

La prima mozione presentava un piano di riduzione dei costi della politica, sia a livello comunale che al più ampio livello regionale, attraverso un ridimensionamento degli emolumenti dei consiglieri e ad una riduzione del vitalizio, che, come noto, percepiscono i consiglieri regionali al compimento del 60° anno di età, se sono rimasti in carica per almeno una legislatura (5 anni).
I consiglieri regionali infatti versano dei contributi nel periodo di carica in un sistema simile a quello delle pensioni, ma i versamenti non sono sufficienti a coprire il vitalizio, che negli anni in vita del percipiente, aumenta per effetto della rivalutazione monetaria e per la maturazione degli interessi. In caso di morte del percipiente, il diritto al vitalizio si trasmette agli eredi, senza però il diritto di rivalutazioni. La Regione Marche sborsa così oltre 4 milioni di euro all'anno, mentre taglia gli stipendi ai propri dipendenti.
A tale proposito ad inizio legislatura il consigliere regionale Giancarlo D'Anna, ha presentato una proposta di legge che prevede l'abrogazione del vitalizio per i consiglieri regionali. La proposta ha registrato un forte dissenso della quasi totalità del consiglio regionale, tanto che, la proposta non è ancora arrivata alla competente commissione, passaggio fondamentale per essere poi votata dal consiglio. Il nostro auspicio è quello che la mozione di Piobbico riapra il dibattito sulla proposta D'Anna.

La seconda mozione riguarda il diritto alla salute nell'entroterra. Si chiede in sostanza pari dignità tra gli abitanti dell'entroterra e quelli della costa, definendo in modo chiaro il ruolo di tutti gli ospedali presenti nel territorio e la salvaguardia dei servizi come pronto soccorso e chirurgia d'urgenza, nonché il mantenimento dei servizi socio assistenziali già esistenti.
Io credo che la sanità nell'entroterra debba essere improntata per far fronte alle urgenze, con un servizio che permetta di interventire con successo in caso di ictus, di infarto, di emmorargie e di tutte quelle forme che richiedono un intervento immediato. Si deve quindi pensare ad un ottimo pronto soccorso in ogni struttura presente, alla chirurgia d'urgenza, alla neurologia e a poliambutlatori specialistici per avere una diagnostica tempestiva. Poi naturalmente non si devono dimenticare gli anziani che nella nostra provincia rappresentano la maggioranza della popolazione ed allora occorrono strutture assistenziali.

In relazione all'ultimo punto dell' O.d.g., avevamo già segnalato attraverso il nostro blog di ritenere opportuno un accorpamento dei servizi tra i comuni. Va osservato che si parla da anni nell'ambito della Comunità Montana del Catria e Nerone di accorpare le varie polizie municipali, ma che non si è ancora concretizzato, a differenza di quanto accade nella vicina Comunità dell'alto medio Metauro.
Credo infatti che sia arrivato il momento di guardare oltre la Comunità Montana a cui apparteniamo perché l'accorpamento dei servizi permette un risparmio di denaro pubblico, un risparmio cioè del nostro denaro. Auspico che l'iniziativa del Consiglio piobbichese non si limiti alla polizia municipale, ma si possa estendere anche ad altri servizi pubblici.

lunedì 28 marzo 2011

OSPEDALE DI URBINO: QUALE FUTURO?

di Fabio Remedia

In questi ultimi tempi si parla tanto di ospedale unico, che comporterebbe peraltro enormi investimenti economici, e ci si dimentica dello stato e dell’efficienza delle strutture dell’entroterra.
Oggi la curiosità mi spinge ad Urbino a dare un’occhiata al suo ospedale.
Osservando l’edificio si ha l'impressione di abbandono.
 E’ evidente infatti che occorrerebbero urgenti interventi di ristrutturazione.
 Alzo gli occhi e vedo terrazzi pericolanti con crepe evidenti dove cresce la vegetazione  e per questo inagibili. Anche l'ambiente circostante l'ospedale sembra abbandonato. I pochi spazi verdi non vengono curati come si dovrebbe.
Nella parte più nuova della struttura, costruita da soli 10 anni, si notano i cornicioni e gli intonaci che si staccano, tutto ciò sicuramente dovuto alla cattiva qualità dei materiali impiegati dall’impresa costruttrice, peraltro andata fallita ( chi doveva controllare ?).
 La situazione non è migliore all’interno.
Le camere della medicina e della chirurgia sono spesso con 4 letti, con depersonalizzazione dell’ammalato e una scarsa tutela della privacy ( spesso non c’è nemmeno nel morire).
 I  servizi igienici per queste camere sono comuni e nel corridoio ( ma in ospedale non ci sono malattie che si possono trasmettere ?)

Anche dal lato dei servizi  da anni si assiste a un progressivo impoverimento dell’offerta sanitaria.
 Tanto per cominciare nell’ospedale di Urbino manca il neurologo, e i reparti si affidano per le consulenze allo specialista ambulatoriale che è a disposizione solo una mattina a settimana. Pur non essendo un tecnico, non riesco a capire come reparti di medicina, terapia intensiva o pronto soccorso, che spesso trattano pazienti con problemi neurologici, possano farne a meno.
L’unico urologo della zona territoriale di Urbino il Dr Salciccia, è andato in pensione e non è stato sostituito, con perdita delle sue competenze  e dell’attività di Urologia che da tanti anni svolgeva negli ospedali di Cagli e Urbino.
Mi dicono che è stata eliminata la reperibilità per le urgenze di endoscopia digestiva che sono state accentrate al polo endoscopico dell’ospedale di Pesaro. Ora per un’ urgenza notturna o festiva, un paziente anche in gravi condizioni deve essere trasportato all’ospedale di Pesaro ( e ci arriverà vivo ?).

Anche reparti come Oculistica ed Otorinolaringoiatria hanno ridimensionato notevolmente la loro attività,   perché i primari di questi reparti andati in pensione ormai da anni,  non sono stati sostituiti.
Nei prossimi mesi andranno in pensione i primari della ginecologia, cardiologia, pediatria , (il primario dell’ortopedia, il dr. Di Placido aveva già lasciato il sevizio da circa 1 anno), oltre che a numerosi medici di molte discipline. Se fosse come nel calcio i dirigenti dovrebbero già cercare nel mercato i giocatori migliori per sostituire quelli che si sono ritirati, altrimenti si retrocede. Ma questo succede appunto nel calcio ….

Va bene il risparmio ma noi cittadini la sanità la paghiamo cara con le trattenute delle nostre buste paga, nelle pensioni ecc... e allora vorremmo sapere quale sarà il futuro della sanità dell’entroterra di cui l’ospedale di Urbino dovrebbe essere il fulcro.




venerdì 25 marzo 2011

PIU' ATTENZIONE AL PARCO GIOCHI DI PIOBBICO


di Fabio Remedia
La primavera è arrivata e le giornate soleggiate offrono un tepore che invita bambini e genitori ad uscire di casa. La meta preferita degli uni e degli altri, diventa il parco giochi, dove i bambini si ritrovano per giocare insieme ed i grandi ne approfittano per chiacchierare tra loro.
Di sera, invece, i “giochi”, come viene comunemente chiamato il parco, sono frequentati da adolescenti .

  Il parco giochi è quindi un’area sociale pubblica molto importante e come tale richiede un’attenzione particolare sia dal punto di vista della pulizia e dell’igiene, che per la sicurezza dei frequentatori.
Il tema della sicurezza è un aspetto importante, considerati i pericoli che si possono nascondere nell’oscurità della notte dove i giovani potrebbero consumare sostanze o compiere gesti proibiti. Chi come me abita in quella zona, sente fino notte inoltrata urla e schiamazzi, che personalmente non mi disturbano, ma mi allarmano, perché a volte temo che possano non essere grida di divertimento.
L’area dei giardini infatti non è sufficientemente illuminata e spesso quei pochi lampioni presenti non funzionano totalmente.

Non intendo fare allarmismi o denunciare fatti che per altro non sono accaduti, ma solo proporre di cercare una soluzione per evitare che un giorno o l’altro possano accadere. Ed allora penserei a come illuminare maggiormente l’area, a come tenerla meglio pulita e come tenerla maggiormente sottocontrollo, così da tutelare la salute e l’incolumità dei nostri figli.


lunedì 14 febbraio 2011

SERVONO INVESTIMENTI NELL'ENTROTERRA

di Fabio Remedia

Quando tra i primi lanciammo l’allarme per il rischio chiusura delle strutture ospedaliere presenti nell’entroterra pesarese, minacciate dal progetto Ospedale Unico Provinciale, venimmo tacciati di gridare <<attenti al lupo>> senza il lupo.

A distanza di un anno circa, invece, il nostro messaggio viene recepito da più parti. Si svolgono assemblee pubbliche per informare, nascono comitati di vigilanza e tutela, vengono poste interrogazioni alle varie amministrazioni comunali sulla strategia di salvaguardia adottata, si mobilita la popolazione.
 La gente dell’entroterra ha quindi capito che rischia di venire privata di un servizio fondamentale, quello della tutela della propria salute. O di dover affrontare disagi e costi superiori per raggiungere Pesaro anziché l’ospedale cittadino o, al massimo, quello del paese vicino. E non oso pensare cosa succederebbe in caso di emergenze.

Ma il problema che vogliamo segnalare oggi, non riguarda esplicitamente l’ospedale unico, quanto il rischio che ne consegue con la limitazione o privazione di servizi nel territorio.
Il nostro entroterra, infatti, è già penalizzato per la mancanza di infrastrutture. Si discute per esempio di trasporto pubblico e la Provincia pensa ad una ferrovia che da Pergola porti direttamente a Fossombrone, tagliando fuori di fatto tutti i comuni del Catria e Nerone. Si parla di Pedemontane e si rileva una elevata lentezza sulla realizzazione della Fabriano-Cagli. Si parla di viabilità e registriamo ancor oggi l’interruzione della strada che da Urbania porta in Umbria. E tutto ciò si traduce in disinvestimenti o non investimenti nell’economia locale che non producendo posti di lavoro, costringe i giovani a spostarsi altrove.

La mancanza di servizi ed investimenti, quindi, porterà allo spopolamento dell’entroterra, che verrà probabilmente riempito di discariche inquinanti, di impianti fotovoltaici deturpanti e tante altre cose che danneggeranno il territorio e la gente che ci vive.

martedì 8 febbraio 2011

OSPEDALE UNICO, LA PREOCCUPAZIONE DELLA CITTADINANZA CAGLIESE

 di Fabio Remedia

 L’allarme che avevamo lanciato sul rischio di chiusura dell’ospedale di Cagli viene percepito dalla popolazione cittadina, che si è riunita in Assemblea Pubblica, la scorsa settimana per capire e per cercare insieme una soluzione.
L’incontro  registrava la massiccia presenza della popolazione, delle associazioni, del personale ospedaliero e delle autorità locali ed eravamo presenti anche noi.

Il dibattito è iniziato con l’illustrazione della situazione attuale da parte degli organizzatori, i quali hanno evidenziato, confermando quanto da noi già sostenuto, che vi è in atto un’azione atta ad indebolire e demolire la struttura cagliese, attraverso la chiusura dei reparti.
Ne è un esempio il recente spostamento di cinque posti letto da chirurgia a medicina, deciso da non si sa chi, con lo scopo dichiarato di sopperire alla mancanza di personale, che invece è tutto in forza, come confermato dalle parole di alcuni dipendenti del nosocomio stesso, intervenuti per ribadirlo. Sorge il sospetto che la decisione sia stata presa con l’intenzione di chiudere il reparto.
Il sindaco Catena, primo cittadino di Cagli, si è detto tranquillo perché fiducioso delle parole dell’assessore alla sanità regionale Mezzolani, il quale, riferiva Catena, ha promesso che non verrà tolto nulla di quello che già c’è  e che gli ottantamilioni di euro di taglio non toccheranno Cagli. Qualcuno ben informato, però, ricordava che l’ultima volta che Mezzolani prometteva ai cagliesi di non tagliare sull’ospedale cittadino, in verità qualche mese dopo la struttura veniva spogliata della chirurgia d’urgenza. Stessa sorte toccò all’ortopedia, fiore all’occhiello della sanità cagliese.

I vari interventi, poi, hanno evidenziato come l’ospedale di Cagli sia da anni oggetto di tentativi di chiusura, prima con l’annessione ad Urbino, ora con la minaccia dell’Ospedale Unico Provinciale evidenziata anche dall’intervento di Pierfranceschi Anacleto, consigliere comunale. La nuova struttura infatti provocherà la conseguente chiusura delle strutture presenti nell’entroterra, visto che la Regione Marche non potrà fare altro che concentrarvi i propri investimenti, sottraendo così i finanziamenti necessari alla vita degli altri ospedali. E’ matematico, due più due non può che fare quattro.

L’assemblea ha quindi manifestato l'intenzione di costituire un Comitato Cittadino di Vigilanza per tenere sotto stretto controllo l’attività della Sanità Regionale nei confronti dell’ospedale di Cagli.


domenica 23 gennaio 2011

OSPEDALE UNICO

di Fabio Remedia
E' di attualità in Regione la discussione sull'Ospedale Unico che si dovrebbe realizzare in un territorio ancora da individuare tra Pesaro e Fano.
Un'operazione che sta squotendo la politica locale con la Giunta che spinge per realizzarlo quanto prima e chi denuncia la mancata trasparenza dell'operazione.
In un'interrogazione all'assemblea Regionale presentata dal consigliere Giancarlo D'Anna veniva citato un verbale dove l'Assessore alla Sanità affermava, celandolo ma non troppo, che l'operazione Ospedale Unico andava fatta per salvare l'azienda S.Salvatore, ospedale di Pesaro, altrimenti a rischio per diverse motivazioni.

Evitando di entrare nella polemica, sorge spontanea una domanda: gli ospedale dell'entroterra, che fine farebbero? Probabilmente scomparirebbero.
Un ospedale unico che verrebbe realizzato a Pesaro-Fano, infatti, sarebbe sicuramente una struttura più all'avanguardia e come tale la Sanità Regionale non esiterebbe a spostare tutti gli investimenti dall'entroterra alla costa.
Per quanto ci riguarda, i due ospedali di riferimento, Cagli ed Urbino sono già in difficoltà e specialmente il primo ha già subito uno smantellamento dei servizi pressoché totale.
Ed allora, noi utenti di Piobbico, Apecchio e zone limitrofe, ci dovremo necessariamente un giorno trovare nella situazione di doverci spostare fino a Pesaro-Fano per effettuare anche un semplice controllo, magari con nostra nonna anziana o mamma, o con nostro figlio appena nato? Magari con le strade difficilmente percorribili perchè coperte di neve? E nel caso di urgenza, saranno sufficienti delle strutture di Pronto Soccorso che verranno presumibilmente allestite nelle strutture dismesse come ospedali? Ed ancora, un Ospedale Unico, una struttura più grande rispetto quelle citate, sia da un punto di vista dimensionale che organizzativo, garantirebbe il rapporto paziente-personale ospedaliero dal volto umano come nelle attuali strutture?

Noi pensiamo di no, ed ancor prima della polemica politica, ci interessa salvaguardare tutti i servizi dell'entroterra, per evitare una decadenza dei nostri paesi, che si realizzerebbe per la fuga dei nostri giovani, costretti a spostarsi per non trovarsi privati dei servizi fondamentali.

NUOVA ITALIA
VALLE DEL BISCUBIO